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Fototrappola Per Videosorveglianza: Scopri Action Bear

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Grazie alla doppia lente specifica giorno e notte

La protezione della casa è ormai diventata un’esigenza indispensabile non soltanto in contesti abitativi isolati come ville o rustici, ma anche per appartamenti in condomini.

Infatti secondo attendibili stime, la percentuale dei furti che vanno a buon fine è in costante aumento e, dato particolarmente imprevedibile, la loro esecuzione avviene soprattutto durante le ore diurne.

Gli scassinatori approfittano dei momenti in cui le case sono disabitate per entrare attraverso i punti più vulnerabili costituiti da porte, finestre, terrazze e balconi, oppure calandosi dai tetti.

In simili condizioni, oltre ai sistemi di protezione passiva (inferriate, porte blindate, infissi corazzati e cancelli) è opportuno ricorrere a sistemi di protezione attiva come appunto la videosorveglianza.

Mediante simili impianti di allarme, è possibile allertare in tempo reale le forze dell’ordine oppure gli istituti di vigilanza privata, che sono in grado di intervenire tempestivamente spesso catturando i malviventi.

In commercio esistono svariati sistemi di videosorveglianza che, indipendentemente dai modelli, sono comunque forniti di sensori di rilevamento: si tratta di dispositivi digitali, capaci di registrare la presenza di soggetti in movimento che si trovano sotto al loro campo visivo.

Grazie ai filmati e alle immagini ottenute, viene offerta l’opportunità di identificare le caratteristiche somatiche dei ladri che molto spesso abbandonano i loro propositi nel momento in cui si accorgono della presenza di telecamere.

Una delle funzioni principali di queste apparecchiature è infatti quella di dissuadere i malviventi dal compiere atti criminosi.

I moderni sistemi di videosorveglianza sono versatili e dotati di un’estrema duttilità, in quanto si tratta di strumenti modulari che riescono a integrare e modificare nuovi componenti tecnici in base al cambiamento delle esigenze.

A seconda del tipo di ambiente da monitorare (edificio, giardino, capannone, deposito, zona industriale o terreni incustoditi), è opportuno orientarsi verso differenti sistemi di videosorveglianza, che possono essere controllati costantemente anche da remoto.

L’attività sinergica di un device di riferimento associato alla webcam, rappresenta in assoluto il sistema di controllo più efficace e attendibile: grazie all’impiego di software sempre più perfezionati, le abitazioni sono collegate tramite cavo o wifi alla rete, con la finalità di allertare in caso di necessità le forze dell’ordine oppure istituti di sorveglianza privati.

La videocamere che possiedono al loro interno una sim card con associato uno specifico referente (smartphone) sono definite con la sigla UMTS.

Questa tecnologia è stata in parte superata dalle videocamere IP, che sono strumenti collegati continuativamente al web e che possiedono una propria definizione digitale, grazie a cui è possibile collegarsi alla videocamera da qualsiasi punto del mondo, a patto di poter disporre della connessione a internet.

Una volta collegati alla videocamera, diventa possibile osservare la zona sorvegliata mediante un semplice browser: ad ogni IP viene assegnato uno specifico indirizzo sul web che offre la possibilità di collegarsi da remoto in qualsiasi punto.

Molti apparecchi del genere possono collegarsi alla rete tramite wifi, eliminando in questo modo cavi e fili e semplificando notevolmente le modalità operative e gestionali.

Un sistema completo di videosorveglianza è formato dalle seguenti parti:

  • una o più videocamere;
  • un videoregistratore digitale;
  • una scheda di memoria;
  • un device di riferimento.

Le telecamere, che devono essere montate nei punti di maggiore vulnerabilità (porte, finestre, infissi e zone di accesso), sfruttano il collegamento ad internet per garantire un’operatività anche da remoto.

I sensori di movimento sono forniti di led infrarossi a bassa emissione, che pur non producendo nessun bagliore, riescono a illuminare la zona controllata per consentire riprese affidabili dei tentativi di scasso.

La loro operatività permette di sorvegliare una zona a decine di metri dall’origine, una caratteristica particolarmente utile nel caso in cui la videocamera sia posizionata in un ampio spazio aperto.

Quando per vari motivi non è disponibile nessuna connessione a internet, il sistema rimane comunque funzionante in quanto l’impiato sfrutta le prestazioni speciali telecamere fornite dell’opzione del rilevamento integrato.

Si tratta di sensori capaci di rilevare la presenza di un intruso che fa scattare l’allarme e che avverte l’apparecchio di riferimento tramite SMS o email.

Le caratteristiche principali di una videocamera per sorveglianza sono le seguenti:

  • elevata risoluzione, che può arrivare fino a 4 megapixel;
  • sensori di rilevamento di buona qualità;
  • sensori a led infrarossi a bassa emissione per la visione notturna;
  • sirena incorporata;
  • sistema WDR (wide dynamic ranger), per migliorare la chiarezza delle immagini;
  • sistema DNR (digital noise reduction), che restituisce immagini nitide anche in condizioni di scarsa luminosità;
  • funzioni di videoanalisi, relative soprattutto alla rilevazione e analisi dei tratti somatici;
  • affidabilità del software.

nascondiglio giardino fototrappola per videosorveglianza

Oltre alle videocamere, i più innovativi sistemi di allarme sono dotati di fototrappole, strumenti in grado di realizzare immagini di ottimo livello sia di giorno che di notte, rimanendo completamente invisibili in quanto mimetizzate alla perfezione nel loro contesto.

Simili apparecchi sono stati progettati per osservazioni naturalistiche di animali selvatici inseriti nel loro habitat; gli impieghi principali di questi strumenti sono relativi al monitoraggio, migrazione e spostamenti degli animali che vivono in libertà.

Negli ultimi tempi esse si sono rivelate un valido supporto anche nel settore della videosorveglianza, soprattutto grazie al fatto che possono essere mimetizzate completamente e quindi rimanere invisibili.

Inoltre, dispositivi del genere consentono di realizzare immagini ad alta definizione sia di giorno che di notte, dato che i sensori a infrarossi illuminano molto bene la zona di pertinenza senza emettere nessun bagliore; di conseguenza, gli scassinatori non si accorgono di essere controllati.

La maggior parte delle fototrappole per videosorveglianza si attiva quando subentra un movimento nel campo di rilevamento dell’apparecchio, che passa istantaneamente dalla condizione di standby (riposo) a quella ergonica (di attività).

La loro struttura, che è particolarmente compatta, prevede soltanto la presenza di uno o più sensori di movimento e di un sensore a infrarossi passivo, che viene identificato con la sigla PIR.

Il suo meccanismo d’azione si basa sul riconoscimento del movimento grazie alla diversa produzione di calore emesso dagli oggetti.

Fin tanto che i sensori non vengono attivati dalla presenza di un oggetto all’interno del loro campo visivo, la fototrappola rimane inattiva (stato di standby), quando invece il sensore rileva un cambiamento delle radiazioni infrarosse oppure di calore, dallo stato di standby si passa a quello attivo e l’apparecchio incomincia a scattare foto o a registrare video.

come nascondere una fototrappola per videosorveglianza

Anche se sul mercato sono disponibili moltissimi modelli di fototrappole, la loro classificazione prevede tre grandi categorie, che sono:

  • fototrappole flash trail, che rappresentano i modelli meno evoluti di questi strumenti che contengono un unico sensore di movimento disposto anteriormente. Dopo aver acceso lo strumento, i sensori di movimento entrano in azione e dopo qualsiasi rilevazione trasmettono i dati al device di riferimento;
  • fototrappole a infrarossi, che funzionano rilevando il calore emesso dagli oggetti osservati. In base al tipo di radiazione infrarossi emessa, viene determinato un colore differente sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo;
  • fototrappole wifi, che sono considerate la logica evoluzione delle precedenti e che permettono un collegamento wireless. Dotate di sim card, esse utilizzano di solito la connessione wifi per trasmettere immediatamente le immagini e i video girati, che possono essere inviati a smartphone, tablet o notebook di riferimento.

Per quanto riguarda il circuito di rilevamento, le fototrappole per videosorveglianza fanno riferimento a specifici parametri, che sono:

  • zona di rilevamento, che indica la distanza massima tra l’apparecchio e la zona da monitorare;
  • tempo di innesco, che costituisce l’intervallo temporale tra il momento in cui la videocamera è stata attivata e il momento in cui iniziano le registrazioni. Negli apparecchi top di gamma questo indice di solito è una frazione di secondo. La velocità maggiore che si può reperire attualmente sul mercato è di circa 0,14 secondi;
  • tempo di recupero, che indica la quantità di tempo di cui l’apparecchio ha bisogno prima di scattare l’immagine successiva oppure di girare un’altra ripresa. I modelli più obsoleti avevano una velocità di recupero compresa tra 30 e 60 secondi. Nelle fototrappole più perfezionate il tempo di recupero è di poche frazioni di secondo, pur tenendo conto che i modelli con GSM e wireless hanno un tempo di recupero più lento poiché richiedono qualche frazione di secondo per trasmettere le immagini;
  • qualità delle immagini, che rappresenta senza dubbio una delle caratteristiche più importanti di un apparecchio per videosorveglianza, in quanto la nitidezza e la chiarezza di foto e video sono fondamentali per consentire un corretto funzionamento dell’impianto. Questi requisiti qualitativi dipendono soprattutto dall’angolo di visione, che dovrebbe essere superiore a 120 gradi. Un altro indice da valutare con attenzione è la risoluzione, derivante dal numero di pixel che compongono l’immagine;
  • durata della batteria, che deve garantire un’autonomia piuttosto lunga poiché una volta piazzata, la fototrappola per videosorveglianza può rimanere nello stesso punto anche per settimane o mesi. Una buona durata della batteria consente all’apparecchio di funzionare sempre al massimo delle sue potenzialità, offrendo una resa ottimale. Essendo apparecchi che rimango costantemente all’esterno, possono essere condizionati anche dalle variazioni termiche legate soprattutto alla stagionalità. Le batterie possono essere pile alcaline, pile ricaricabili, celle al litio oppure sistemi esterni come piccoli pannelli solari o batterie accessorie;
  • caratteristiche dei video. Le fototrappole per videosorveglianza possono realizzare filmati di particolare chiarezza poiché dotati di una risoluzione compresa tra 480 e 640 pixel. La lunghezza del tempo di registrazione è di solito valutata tra 3 e 300 secondi;
  • funzionalità della memoria, che può essere di due tipi, interna o SD. Il primo tipo di memoria non garantisce la possibilità di archiviare una notevole quantità di dati, per cui è preferibile orientarsi verso modelli forniti di una memoria di almeno 36 giga byte e preferibilmente dotata di scheda SD esterna. In questo modo non è necessario rimuovere la fototrappola per vedere le immagini che ha realizzato, che possono essere visionate direttamente sul monitor;
  • presenza dello schermo integrato, che in alcuni modelli contribuisce a ottimizzare le prestazioni tecniche e funzionali dell’apparecchio;
  • sicurezza, che soprattutto nel caso della videosorveglianza, è una caratteristica di importanza basilare dato che permette all’operatore di identificare in tempo reale l’aspetto fisico del malvivente. Per garantire la massima attendibilità dei dati realizzati, queste fototrappole sono dotate di un contenitore a chiusura ermetica costituito da materiali plastici particolarmente resistenti e dotati di idrorepellenza e dispositivi anti-manomissione.

Fototrappola per videosorveglianza: istruzioni

Tra i vari modelli di fototrappola per videosorveglianza, uno dei più performanti e caratterizzati dal migliore rapporto qualità/prezzo è rappresentato da Action Bear.

Le sue caratteristiche tecniche sono le seguenti:

  • dimensioni contenute, 17x17x7,5 centimetri;
  • peso, 800 grammi;
  • alimentazione, a batteria;
  • visione notturna, led infrarosso a bassa emissione;
  • voltaggio, 6 Volt;
  • sistema a doppia lente CMOS;
  • sensore a infrarossi da 940 nanometri;
  • idrorepellenza del contenitore esterno;
  • trigger time compreso tra 0,2 e 0,6 secondi;
  • display retroilluminato da 2,4 pollici.

Il punto di forza di questo apparecchio è rappresentato dall’innovativo sistema a doppia lente di cui la prima serve per le riprese diurne e la seconda per quelle notturne.

È proprio grazie a questa selettività che lo strumento consente di ottenere una resa finale di ottima qualità con immagini nitide, precise e senza sfocature periferiche.

Il sensore a infrarossi invisibili da 940 nanometri permette di ottenere riprese di ottima qualità, indispensabili per poter monitorare correttamente le zone sorvegliate.

Il trigger time è ultraveloce poiché il tempo di scatto è di 0,2 secondi, un indice che consente di ottenere scatti nitidi e precisi anche per oggetti in rapido movimento.

Essendo un apparecchio che rimane disposto all’esterno per molti mesi, un suo requisito essenziale è l’impermeabilità, caratteristica confermata dalla sigla IP66, una delle più alte disponibili.

Per impostare correttamente la fototrappola è sufficiente navigare all’interno del menù della fototrappola per settare le opzioni desiderate, mediante i tasti retroilluminati, particolarmente morbidi da schiacciare e quindi confortevoli anche per un utilizzo in condizioni ambientali sfavorevoli (temperature rigide).

Inoltre bisogna considerare che il dispositivo è in grado di supportare schede fino a 512 giga, caratteristica molto importante quando non ci si vuole recare troppo spesso nel punto di posizionamento. 

Come nascondere una fototrappola per videosorveglianza

Per nascondere una fototrappola per videosorveglianza è necessario seguire piccoli accorgimenti per avere la certezza di installarla tranquillamente senza incorrere in pericoli.

Ad esempio bisogna sincerarsi circa le condizioni atmosferiche che possono investire l’apparecchio durante il lungo periodo di tempo in cui rimarrà in sede.

Quasi tutti i modelli reperibili sul mercato infatti dichiarano un’ottimale resistenza agli agenti atmosferici, ma in realtà, all’atto pratico, qualche macchinario potrebbe deteriorarsi al contatto regolare con pioggia o neve, o con temperature estreme.

Questo significa che, se la fototrappola si trova in un punto riparato dalle intemperie, ad esempio sotto una tettoia, si avrà la certezza di poterne usufruire senza problemi in qualsiasi stagione.

Inoltre, per nascondere il macchinario, che per svolgere il suo ruolo non deve essere notato da alcun malintenzionato, ci si può avvalere di vegetazione collegata all’abitazione, se presente, come le foglie di un vegetale rampicante o le fronde di un piccolo albero.

In assenza di flora utile, l’attenzione si dovrà rivolgere verso elementi architettonici di qualsiasi tipo: piccole travi, vetrate, grondaie, pali elettrici, tubature per le forniture, eccetera.

Nella stagione calda, anche i sistemi che offrono ombra come tendaggi o tettoie artificiali possono rappresentare un metodo utile per nascondere la fototrappola.

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