Action Bear

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Fototrappola Digitale? La Più Tecnologica è Action Bear!

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Perché scegliere Action Bear come tua fototrappola?

Libretto in italiano

Per un settaggio rapido e facile

FOTO NOTTURNE SENZA FLASH

Infrarossi invisibili a 940NM

SCHERMO E TASTI RETROILLUMINATI

Schermo LCD da 2,4 pollici nitido e luminoso.

La fototrappola digitale è sostanzialmente una foto/video camera progettata per essere utilizzata unicamente outdoor e pertanto realizzata con particolari accorgimenti.

Innanzi tutto essa deve essere in grado di resistere, anche per lunghi periodi, a brusche variazioni climatiche a ambientali, che potrebbero alterarne il funzionamento.

Per raggiungere un simile obiettivo questo apparecchio viene rivestito da un contenitore sigillato, idrorepellente, resistente e antiurto, in modo da poter proteggere alla perfezione i meccanismi interni.

Il contenitore ha la forma di un parallelepipedo chiuso su tutti i lati, tranne che su quello anteriore, dove sono posizionati due fori sagomati, di cui quello superiore contiene l’obiettivo e quello inferiore contiene il sensore di movimento.

Sotto a queste aperture è presente un piccolo display retroilluminato, solitamente da 2,4 pollici, tramite cui è possibile impostare tutte le funzioni del dispositivo.

I modelli più perfezionati sono forniti di 3 sensori di movimento: uno frontale e due laterali, per offrire un campo visivo il più ampio possibile.

La componentistica digitale interna prevede anche un sistema a LED infrarossi a bassa emissione, capaci di illuminare l’ambiente in assenza di luce.

Esistono varie tipologie di LED che, a seconda della banda di emissione (compresa tra 850 e 940 nanometri), consentono di realizzare immagini notturne più o meno nitide e precise.

Quanto più intense sono le prestazioni luminose degli infrarossi, tanto migliore risulta la risoluzione di foto e video, in quanto la resa dipende dalla capacità dell’apparecchio di trasformare gli input luminosi in densità di megapixel.

Le tradizionali fotocamere non garantiscono risultati soddisfacenti in condizioni di scarsa luminosità, dato che i megapixel non sono adeguatamente compatti.

Le fototrappole digitali invece si caratterizzano per un’elevata resa qualitativa anche al buio completo, proprio perché il sistema di LED ha una sensibilità eccezionale.

Bisogna distinguere la risoluzione delle foto, che dipende appunto dalla densità dei megapixel, da quella delle riprese, collegata al numero delle linee verticali.

In entrambi i casi, comunque, le immagini sono tanto più nitide e ben definite, quanto più selettivo è il sistema ottico.

La fototrappola digitale Action Bear , che attualmente viene considerata un top di serie per i suoi requisiti funzionali di ottimo livello, è dotata di un sistema a doppia lente CMOS, di cui una serve per effettuare riprese diurne e l’altra per quelle notturne.

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Di conseguenza il rendimento finale che si ottiene risulta estremamente perfezionato, in quanto ogni condizione ambientale (luce, ombra, luce crepuscolare, semi-buio e buio completo) viene trattata in maniera differente.

Il problema dell’autonomia può essere risolto con differenti modalità:

  • pile alcaline;
  • batteria esterna;
  • piccolo pannello solare esterno.

Qualsiasi sia il tipo di sorgente energetica, la produzione dei filmati è molto più dispendiosa rispetto alle foto, per cui di solito è consigliabile impostare una modalità mista video/foto, in cui la durata delle riprese non dovrebbe superare i 30 secondi per ogni riproduzione.

In alcuni modelli di fototrappole digitali è presente l’opzione Time Lapse, che ne prevede il funzionamento in momenti programmati, indipendentemente dall’attivazione dei sensori.

In questo modo si possono ottenere dati da archiviare basandosi su previsioni statistiche, particolarmente utili nei casi di monitoraggio della fauna selvatica stanziale.

In previsione di riprese relative a fenomeni migratori, soprattutto di fauna avicola, può entrare in funzione il Trigger Time, una funzione che prevede scatti a raffica, intervallati da frazioni di secondo.

Action Bear, ad esempio, è una fotocamera digitale con Trigger Time compreso tra 0,2 e 0,6 secondi, che tende ad attestarsi su valori minimi di 0,2 secondi.

La resa finale è molto migliore in quanto una simile velocità di scatto permette di fissare movimenti rapidissimi, tipici degli animali in corsa oppure in volo.

Se la zona monitorata non presenta un continuo passaggio di soggetti, il meccanismo si assesta sulla modalità di stand-by, che consuma un quantitativo minimo di energia.

Lavorando unicamente quando rileva uno spostamento davanti ai sensori, l’apparecchio registra soltanto per brevi intervalli di tempo, spegnendosi di fatto nelle altre situazioni.

Tra le caratteristiche di questi apparecchi, il sistema di ancoraggio al supporto prescelto è un requisito basilare, che dipende dalla presenza di robuste cinghie in nylon collegate a doppie chiusure di sicurezza.

Il loro impiego consente di ancorare la fototrappola al ramo, al palo della luce, alla roccia oppure al sostegno di riferimento, assicurandone la stabilità necessaria per le riprese dall’alto.

Quando invece le riprese devono essere fatte dal basso, è possibile servirsi del treppiede, che viene collegato all’apparecchio tramite avvitamento e che permette di impostare un’angolazione specifica.

Fototrappola digitale: come funziona

Mediante l’apertura della scocca, è possibile accedere al vano interno per settare lo strumento, impostando le varie funzioni indispensabili per il suo corretto funzionamento.

Tutte le volte in cui l’apparecchio ha effettuato una registrazione si possono archiviare nella scheda di memoria.

È sempre possibile decidere di impostare un determinato periodo di registrazione, inserendo una data o un’ora dalla quale iniziare l’attività e un’altra data o ora in cui terminarla.

Questa funzione si rivela particolarmente utile per monitorare le migrazioni stagionali oppure i flussi della fauna con abitudini prettamente notturne o diurne.

Bisogna sempre formattare la scheda di memoria in un momento antecedente la messa in opera del dispositivo, per consentire ai sensori di movimento di funzionare soltanto se le condizioni logistiche lo richiedono.

La formattazione consente di risparmiare tempo ed energia per l’alimentazione, migliorando gli standard di autonomia in relazione ai periodi di registrazione.

Per le prestazioni notturne entrano in funzione i sensori IR (Infra Red), che utilizzano i LED infrarossi a bassa emissione con banda compresa tra 850 e 940 nanometri.

Action Bear, che è una fototrappola digitale di ottimo livello in quanto dotata di banda a 940nm, non emette nessun bagliore neppure minimo, e permette di ottenere foto e video di ottima qualità.

Oltre a questa vantaggiosa caratteristica, il prodotto in questione è dotato dei seguenti requisiti:

  • peso contenuto: 800 grammi;
  • design compatto e poco ingombrante: dimensioni di 17x17x7,5 centimetri;
  • alimentazione con pile alcaline AA;
  • connettività di tipo wireless;
  • sistema a doppia lente (diurna/notturna) CMOS;
  • ottima risoluzione per immagini: fino a 32 MP;
  • eccellente resa delle riprese in 4K;
  • scheda per archiviare i dati: fino a 512 GB;
  • autonomia in stand-by: fino a 8 mesi;
  • trigger time di 0,2 secondi;
  • ampio angolo di visuale; 90 gradi;
  • massima protezione esterna: fattore IP66;
  • display retroilluminato ben visibile: 2,4 pollici;
  • tasti realizzati con materiale morbido;
  • attacchi per cinghie e per treppiede.

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Il suo funzionamento dipende essenzialmente dalla attivazione dei sensori di movimento, che trasmettono un input al meccanismo digitale per scattare foto oppure per girare video.

Durante il giorno, quando le condizioni di luminosità sono buone, entra in funzione la lente diurna, mentre di notte, quando la luce è scarsa oppure assente, si attiva il sensore LED IR e il relativo obiettivo.

Dopo aver eseguito il suo compito, la fototrappola li archivia nella scheda SD.

Durante il settaggio dell’apparecchio è sempre consigliabile impostare le due opzioni, per facilitare e velocizzare ile modalità di esecuzione.

Al contrario delle videocamere tradizionali, la fototrappola Action Bear richiede unicamente una programmazione iniziale e poi continua a funzionare in modo autonomo e senza necessità di interazione.

Si tratta infatti di un apparecchio autogestito e autoalimentato, fornito di un’autonomia particolarmente prolungata derivante dai requisiti funzionali delle batterie alcaline.

Pertanto questi dispositivi vengono considerati come la naturale evoluzione delle videocamere digitali, da cui hanno preso alcune caratteristiche completate e perfezionate con tecnologie di ultima generazione.

La parte interna è dotata di una lente (che nel modello Action Bear è doppia) e di tre sensori di movimento che rilevano gli spostamenti di persone e animali che transitano all’interno del loro campo visivo.

Le registrazioni temporizzate che attivano il meccanismo d’azione dell’apparecchio continuano per un lasso di tempo precedentemente impostato e che nel caso delle foto corrisponde all’opzione del trigger time mentre in quello dei video ha una durata mai superiore a 30 secondi.

Negli intervalli tra una registrazione e l’altra, l’apparecchio entra automaticamente in standby, rimanendo in pausa per tutto il periodo in cui sulla scena non succede nulla, allo scopo di risparmiare l’energia di alimentazione.

Per scongiurare il rischio di eventuali blackout, tutta al componentistica digitale, il sistema ottico, i pulsanti di comando, i sensori e il sistema a led infrarosso sono contenuti all’interno della scatola waterproof e sigillata, che può essere aperta soltanto dal’operatore quando è richiesto un cambio di pile oppure se la strumentazione deve essere riprogrammata.

Il principio d’azione su cui si basa il loro funzionamento dipende dalla sensibilità dei sensori di movimento che costituiscono il nucleo operativo dell’intero apparecchio.

Come nella maggior parte degli strumenti che utilizzano gli infrarossi, esiste il rischio di sovraesposizione quando i soggetti si trovano troppo vicini all’obiettivo: per evitare un simile inconveniente è necessario impostare correttamente l’off-setting, che garantisce una buona gamma di immagini, nitide e precise e soprattutto non sovraesposte.

Le fototrappole infatti devono fornire dati attendibili in cui i soggetti rappresentati siano riconoscibili con un buon margine di sicurezza, anche a scapito della qualità delle immagini.

Non potendo essere controllati in tempo reale da un operatore, le foto e i video realizzati potrebbero non essere di qualità accettabile, poiché i risultati finali dipendono dalla sensibilità dei PIR e dalle tempistiche di esposizione che vengono impostate nella fase iniziale.

Proprio per questo motivo è indispensabile poter monitorare da remoto il funzionamento delle fototrappole digitali per essere in grado di apportare eventuali modifiche o correzioni qualora il loro funzionamento non sia corretto.

Bisogna ricordare che questi strumenti sono estremamente sensibili alle condizioni atmosferiche e alle variazioni di temperatura, dato che qualsiasi tipo di escursione termica può bloccare temporaneamente il loro funzionamento.

I modelli di ultima generazione sono comunque sempre dotati di un rivestimento termo-isolante, completato da sistemi di chiusura sigillati delle varie parti.

Una caratteristica fondamentale dell’impiego di questi dispositivi si collega al tempo di innesco, che non dovrebbe mai superare 0,5 secondi poiché è proprio da un simile valore che dipende la velocità di recupero.

Una bassa velocità di recupero è senza dubbio un fattore penalizzante per le immagini, in quanto rallenta notevolmente la messa a fuoco rendendo indistinte e sfocate le immagini riprese.

Nonostante i sensori di movimento siano settati su pochi millisecondi, se il tempo di innesco è troppo dilatato le immagini risultano sfocate; problematiche del genere sono ancora più significative durante le funzioni notturne, poiché i led rallentano il tempo di innesco mantenendo in pausa l’apparecchio per alcune frazioni di secondo.

Fototrappola digitale: come piazzarla e nasconderla

Una fototrappola digitale, per esplicare al meglio le funzioni per le quali è stata programmata, necessita di un posizionamento adeguato, che tenga in considerazione diversi aspetti ambientali, come:

Condizioni metereologiche

Anche se quasi tutti i modelli reperibili in commercio ormai assicurano una totale resistenza agli agenti climatici (pioggia, vento, neve, umidità, temperature estreme), è sempre buona norma sincerarsi delle caratteristiche costitutive specifiche del macchinario che si sta acquistando, dato che non tutti si rivelano effettivamente resistenti a qualsiasi situazione. 

Inoltre, il posizionamento della fototrappola è leggermente diverso nella stagione calda o in quella fredda. Nella prima, il rischio principale è l’abbagliamento determinato dalle radiazioni solari eccessivamente intense, mentre nella seconda il pericolo è rappresentato dalle intemperie. 
 
Di conseguenza, la disponibilità di vegetazione che possa fungere da protezione dovrà essere attentamente studiato per rimediare a questi due inconvenienti.
 

Suscettibilità del territorio

Non tutte le zone geografiche si prestano a un corretto posizionamento di una fototrappola, infatti, se sussiste il rischio di frane o smottamenti anche di lieve entità, essa potrebbe finire trascinata insieme alla vegetazione ed essere perduta in quanto irreperibile.

Presenza di fauna selvatica dall’indole curiosa

Nonostante la principale funzione di questi apparecchi sia rappresentata proprio dallo studio di animali nel loro habitat naturale, bisogna prestare comunque attenzione ad un eventuale incontro ravvicinato.

Non è infrequente infatti assistere a tentativi di distruzione delle macchine da parte della fauna residente.

Se da un lato tali episodi costituiscono una divertente documentazione sugli atteggiamenti degli animali, d’altro lato potrebbe procurare la rottura irreversibile del dispositivo.

Possibilità di nascondere la fototrappola 

Solitamente ci si concentra sugli importanti aspetti sopracitati e si escogita il perfetto posizionamento della fototrappola, trascurando però un requisito che troppo spesso viene sottovalutato, che è la possibilità di mimetizzarla il più possibile.

Se viene meno tale condizione, qualsiasi impiego della fototrappola sarà vanificato, perché gli animali non amano relazionarsi con un oggetto sconosciuto e potenzialmente ritenuto ostile e quindi eviteranno direttamente di transitare all’interno del suo campo d’azione.

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